MAPPA DELL'UNIVERSO BABILONESE E ORIGINE DELLO ZODIACO

Questa tavoletta di argilla datata del periodo Persiano ( V sec. A.C. ) mostra una visione asio-centrica, intorno il mondo con Babilonia al centro.  La mappa tenta di raffigurare l'intero mondo che viene descritto dal testo adiacente, dove vengono menzionate 7 altre regioni dall'altra parte del circostante oceano. La terra, circondata dal mare salato, ha dunque una sua proiezione verso il cosmo: essa infatti è raffigurata come una grande stella, le cui punte toccano sei zone dell' universo,i cui nomi sono chiare indicazioni astronomiche.

 

un testo d'accompagnamento cuneiforme é stato trovato da ambi i lati della tavoletta. Il testo contiene nomi di paesi e città ma, sul lato opposto, é occupato principalmente dalla descrizione delle "7 isole" o da regioni che sono raffigurati con una forma di triangoli uguali che sorgono sopra il cerchio dell'Oceano terrestre. 

Si diceva che molte bestie leggendarie vivessero nelle regioni dall'altra parte dell'oceano che circondava il mondo Babilonese. Pochi eroi antichi raggiunsero questi luoghi, La mappa é un diagramma che mostra la relazione fra questi luoghi e il mondo Babilonese.

Dal testo della tavoletta e dalle iscrizioni sulla carta apprendiamo che la prima isola si estende nel sud est, la seconda nel sud ovest e così via in senso orario. Le descrizioni della prima e seconda isola non sono state conservate. La terza é dove "l'uccello alato non finisce il suo volo". Sulla quarta isola "la luce é più luminosa di un tramonto di stelle": si estende nella zona ovest, e dopo il tramonto in estate era praticamente in semioscurità. La quinta isola, collocata a nord, si estende in un buio totale, una terra "dove nessuno vede nulla" e "il sole non é visibile".  Considerevole é la sesta isola, "dove un toro cornuto dimora e attacca il nuovo vento".  La settima isola si estende nell'est ed é in tal modo descritta: "dove il mattino albeggia", significa che sta di fronte al sorgere del sole.

Secondo le idee Babilonesi, le isole erano situate  fra l'Oceano terrestre e quello paradisiaco congiungendo  i paradisi e la terra. Queste isole formano dei ponti fino l'Oceano paradisiaco, dove ci sono varie costellazioni rappresentate da animali, diciotto dei quali hanno un nome.

In questo modo attorno ai paradisi scorreva l'Oceano paradisiaco, che corrispondeva all'Oceano terrestre sulla Terra. E nell'Oceano paradisiaco vi erano costellazioni rappresentate da animali, gli dei scomparsi. Queste probabilmente ricorrono in espressioni "cintura del paradiso", che probabilmente venne tradotto per i Sumeri  "animali divini". Come le costellazioni rappresentate da animali affondavano nell'orizzonte, così l'Oceano paradisiaco si estendeva sotto la terra e così c'erano molte stanze sotto il mondo sotterraneo per il passaggio del sole, della luna e dei pianeti. 

 

Dopo l'abbattimento del vecchio ordine del mondo di Apsu e Tiamat detto anche Chaos, i principali dei, secondo la leggenda Babilonese della creazione, furono deposti ed esiliati come animali nell'Oceano paradisiaco, sotto il comando del creatore del nuovo mondo. All'inizio tutto era Oceano ( l'Apsu ) Chaos, da dove un rosa di un numero di divinità, incluso Tiamat ( il mare ) e gli dei Anu, Enlil e Enki i più tardi rappresentanti del mondo tripartito. Ora Apsu voleva distruggere la sua discendenza, ma fu ucciso da Enki, che vedeva Apsu come la sua casa. Poi Tiamat, che andò fuori per vendicare Apsu, fu sconfitto in battaglia con Sumer, Babylon e Assur rispettivamente. Prima della lotta , Tiamat aveva creato, al posto di Apsu, enormi mostri con forma di animali. L'ultimo sovrano dei Sumeri, Gudea di Langhash ( 2600 A.C. ) segna nelle sue iscrizioni sette simili mostri, al tempo di Hammurabi ( circa 2000 A.C. ) il loro numero era undici. Il testo del cosmo Babilonese, tuttavia, conta diciotto animali, ma i nomi di due di questi sono sconosciuti. Ognuno degli ultimi due testi nominati comincia con gli stessi tre animali: Basmu, Mushus e ( Laha ) mu. Da questi testi sembra che , nel corso del tempo furono giunti nuovi tipi di animali.

Tutte queste costellazioni di animali, sebbene non siano state confuse col nostro zodiaco, potrebbe tuttavia essere approssimativamente equiparato con i nostri segni zodiacali,  forse i nomi, nel corso del tempo, si sono naturalmente alterati. Gli animali principali sono anche mostrati su alcune tavolette post-babilonesi  di natura astronomica. Karl Maasz ha perciò fatto uso di questi disegni nella sua ricostruzione, nelle cui pitture ha usato come guide delle così dette pietre di confine. Secondo i disegni della tavoletta in argilla in questione, l'ordine delle costellazioni animali va da destra a sinistra, da nord a ovest, poi tutto attorno fino ad est. Il testo contiene la seguente lista piena di "animali" nell'Oceano paradisiaco: 1) la vipera ( Basmu ), 2) il serpente rosso ( Mushus ) - tipico nome per il drago di Babibn che il Dio Marduk prese a prestito dal Dio Enlil di Nippur; questo drago appare come una decorazione sulla porta di Ishtar di Babilonia. E' di particolare interesse perché i quattro elementi animali che lo compongono sono stati presi a prestito dalle vicine costellazioni animali: le zampe anteriori del leone che sta prima di lui, le zampe posteriori dal corvo o dall'aquila che stanno dopo di lui, il pungiglione dallo scorpione sulla sua coda dallo scorpione qui vicino a lui. Il dragone stesso rappresenta principalmente un serpente- 3) l'idra la Lahamu, un serpente con una zampa anteriore di un leone che ricorda in questo aspetto quello vicino, il leone ( l'idra ), 4) la gazzella, 5) il toro ( nel tardo periodo sumero un toro selvaggio ), 6) al pantera, 7) l'ariete, 8) sconosciuto, 9) il leone ( la costellazione del leone ), 10) lo sciacallo ( la costellazione di Cassiopea ), 11) il cervo maschio ( la costellazione di Andromeda ), 12)l'uccello ( il falcone ), 13) sconosciuto, 14) la scimmia, 15) il caprone, conosciuto anche come pesce-capra, 16) l'ostrica ( probabilmente il granchio ), 17)il gatto, 18) un insetto, forse la cavalletta. I numeri dall'uno al diciotto corrispondono ai numeri sull'illustrazione eccetto che i numeri 8 e 13 non sono preservati nel testo della tavoletta di argilla.